Tra le cose banali, così usuali che nessuno ci fa più caso, oppure della quale facendone così comune esperienza ciascuno si sente in diritto di dire qualcosa, di più o meno saggio e più o meno banale, c’è la luce. Sulla quale si sono scritte e si scriveranno infinite pagine, dal punto di vista scientifico, religioso, antropologico, psicologico, senza mai poterne, fortunatamente, cogliere la totalità e dunque, forse, la verità. Ho ricordi legati alla luce. Quando ero bambino, c’erano certe mattine che era difficilissimo riuscire ad aprire gli occhi, perchè la luce mi dava così fastidio, e oggi questo mi capita così poco. Forse faccio meno esperienza del buio, di quello totale, così che la luce mi sia un’abbagliante novità. Luce che sono onde ma, per come si comportano, anche corpuscoli. Che se non esistesse la mano che si interpone tra la fonte di luce e la materia illuminata, producendo ombra, saremmo tentati di pensare che sia una proprietà della materia stessa, emettere luce. E invece non è così, l’universo potrebbe essere totalmente, perfettamente buio, e funzionerebbe lo stesso. Per fortuna posso dire: “luce dei miei occhi” a qualcuno, oppure godermi un’alba oppure un tramonto, che trasfigurano tutto, anche me.
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