Obliterazioni è un nuovo progetto inclusivo, partecipato che mette in relazione l'arte con locali, negozi, realtà produttive e sociali... per costruire insieme un'avanguardia culturale Segni ospitati in spazi inusuali per dar forma alla qualità e stimolare un atteggiamento attivo, etico, responsabile. - mostra d'arte presso la MEZZALUNA - interventi in giro per la città ideato da Gian Luigi Braggio, il progetto vede la partecipazione di: Carla Bertola, Alberto Vitacchio, Lisa Parmigiani, Mimmo La Grotteria, Alessandro Fioraso Inaugurazione martedì 4 marzo 2014 a partire dalle ore 18:00 http://ift.tt/NmLOiD * * * SIAMO TUTTI ANTIPODI DI QUALCUNO Installazione presso Naturalmente, Via Sant'Agostino, 22 B. Torino Descritti da Platone nel Timeo e da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, il loro nome è composto da “antì” (contro) e “podos” (piede): hanno piedi capovolti, il calcagno avanti e le dita dietro; abitano dall’altra parte del globo. Credere nella loro esistenza significava, per i greci del tempo, accettare la teoria della scuola pitagorica secondo la quale la terra è sferica (e che ogni oggetto tende a cadere verso il centro di essa). I padri della chiesa invece rifiutarono questo modello geografico ma soprattutto sociale, affermando viceversa: la terra è piatta, siamo al centro di essa, e il cielo con il sole, la luna e le sue stelle è una bella cupola messa lì a ruotare apposta per noi. Se per la la cristianità l’antropocentrismo era un valore, per i Greci era questione di relativismo: noi di qua, loro di là, le stagioni al contrario, il sole che sorge da un lato invece che dall’altro, idem per la luna. Anzi, non erano antropocentrici nemmeno nella simbologia del corpo umano: Per nulla scoraggiati dalla posizione periferica dei piedi, i poeti greci ne fecero un simbolo: Achille “piè veloce” e Teti “dal bianco piede” (Omero), l’enigma dell’animale che da giovane cammina su quattro, nella maturità su due e nella vecchiaia su tre piedi (la Sfinge), “Non mi piace un capitano tutto ricci e spocchia [...] me ne basta uno i cui piedi siano ben fermi e sia pieno di ardimento” (Archiloco), “Le fanciulle si muovevano in danza coi bianchi piccoli piedi” (Saffo), “i miei piedi non lasciano la casa che mi accoglie” (Erinna). Quando guardiamo verso il basso, perchè un oggetto c’è sfuggito dalle mani ed è caduto (forse Sigmund Freud direbbe che il nostro inconscio l’ha lasciato intenzionalmente cadere) osserviamo implicitamente una delle quattro interazioni fondamentali della fisica: la gravità. Per la fisica classica: forza conservativa agente fra i corpi; nella relatività generale: una conseguenza della curvatura dello spaziotempo creata dalla presenza di corpi dotati di massa e di energia; per il fisico matematico Erik Verlinde: una forza entropica, un effetto collaterale della propensione naturale verso il disordine; per il Mago Merlino della Disney, invece, una forza potente, ma comunque al secondo posto dopo l’amore: Artù: “Più forte della gravità?” Mago Merlino: “...in un certo senso, è la forza più grande sulla terra.” Che gli antipodi siano dall’altra parte della terra, che siano non solo diversi da noi ma addirittura rappresentino il nostro esatto opposto, e tuttavia: anch’essi sono sottoposti alla forza di gravità, alla massa che attrae, al tempo che scorre, all’entropia che inghiotte tutto. L’universo non fa distinzioni, non consente eccezioni alle sue regole per chi lo abita; noi invece ne abbiamo bisogno, per mettere al sicuro quella cosa transitoria che chiamiamo identità, senza voler prendere coscienza del fatto che siamo tutti gli antipodi di qualcuno. P-Ars Andrea Roccioletti Studio * * * OBLITERAZIONI – Nam Visualart .net di Gian Luigi Braggio Un nuovo progetto inclusivo, partecipato e che mette in relazione l'arte con locali, negozi, realtà produttive e sociali... per costruire insieme un'avanguardia culturale. Segni ospitati in spazi inusuali per dar forma alla qualità e stimolare un atteggiamento attivo, etico, responsabile. Mostra d'arte presso la MEZZALUNA: ristorante vegetariano/vegano e negozio di cibi biologici, p.zza E. Filiberto 8/D – Torino. Interventi in giro per la città. Ideato da Gian Luigi Braggio, il progetto vede la partecipazione di: Carla Bertola, Alberto Vitacchio, Lisa Parmigiani, Mimmo La Grotteria, Alessandro Fioraso, Andrea Roccioletti, Ruxiada... Quella che Levinas aveva definito arte di obliterazione si riferiva all’operazione di nascondere allo sguardo una porzione dell'immagine, interromperne la continuità, l'autosufficienza, tradirne la funzione per lasciare spazio all'interpretazione, al pensiero, ad una visione profonda delle cose al di là delle pretese del bello. Un intervento di obliterazione fa leva sulla potenza critica dell'inespresso, quel Ausdrucklose che per Benjamin è l'elemento che arresta l'apparenza ingannatoria della rappresentazione, interrompe l'autosufficienza del linguaggio per far spazio all'esperienza di verità. L'opera nella sua forma non è conclusa in se stessa bensì dialogante e viva, non esiste per mostrarsi ma per instaurare un rapporto con l'altro, perché in quanto forma sensibile possa diventare porta d'accesso alla dimensione spirituale. Interrompere il consueto, il senso comune, la logica dell'interesse, dell'apparire, il pregiudizio, l'indifferenza: questo è il compito della cultura e dell'arte, invitare ad un atteggiamento attivo, risvegliare la “persona” che sonnecchia in ciascuno di noi. Artista è colui che innesca questo processo, può ritenersi tale non perché offra un oggetto alla devota contemplazione ma nel momento in cui accende e alimenta un dialogo, scende dal piano della rappresentazione alla realtà e vi si mescola: non per giustapporre la sua voce alle altre ma per spargere un seme, un frammento di libertà. Il progetto coinvolge ora la città di Torino, mira a valorizzare la creatività in tutte le sue forme, a farsi inclusivo accogliendo opere di ogni categoria di artisti invitati di volta in volta a partecipare. Segni che si disperdano nel mondo in spazi inusuali a partire da eccellenze produttive, commerciali e culturali, diventano comunicazione nel momento in cui interrompono, bucano la continuità del linguaggio, stimolano la riflessione su temi sensibili superando l'approccio ideologico, si fanno azione, strumento di confronto e di dialogo. Il monaco buddista Thich Nhat Hanh affermava che anche le azioni più semplici come mangiare, bere, camminare, leggere il giornale, acquistare qualcosa, assistere ad uno spettacolo o anche, semplicemente, respirare hanno un’immediata valenza politica: richiamano la necessità della consapevolezza, della responsabilità nei confronti delle cose e degli altri. Dunque, un'avanguardia culturale inclusiva e partecipata che sposti l'attenzione dall'oggetto alla persona e impegni l’arte a percorrere nuove strade, nella prospettiva di un nuovo umanesimo. OBLITERAZIONI: le ragioni filosofiche Obliterazioni nasce come proposta concreta nell’ambito di namVisualArt, orientata in particolare alla città di Torino anche se è di fatto assimilabile ad ogni realtà urbana. Quella che Levinas aveva definito arte di obliterazione si riferiva alla operazione di nascondere allo sguardo una porzione dell'immagine, interromperne la continuità, l'autosufficienza, tradirne la funzione per lasciare spazio all'interpretazione, al pensiero, ad una visione profonda delle cose al di là delle pretese del bello. Un intervento di obliterazione fa leva sulla potenza critica dell'inespresso, quel Ausdrucklose che per Benjamin è l'elemento che arresta l'apparenza ingannatoria della rappresentazione, interrompe l'autosufficienza del linguaggio per far spazio all'esperienza di verità. L'opera nella sua forma non è conclusa in se stessa bensì dialogante e viva, non esiste per mostrarsi ma per instaurare un rapporto con l'altro, perché in quanto forma sensibile possa diventare porta d'accesso alla dimensione spirituale. Interrompere il consueto, il senso comune, la logica dell'interesse, dell'apparire, il pregiudizio, l'indifferenza: questo è il compito della cultura e dell'arte, invitare ad un atteggiamento attivo, risvegliare la
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