Evolution (and Darwin) loves Glitch
ovvero i corsi ECDL non vi hanno detto proprio tutta
la verità.
Alle scuole superiori girava (viralmente) un
ritornello che diceva:
La filosofia è quella cosa
con la quale e senza la quale
la vita resta tale e quale
Riferito al mio professore di filosofia, il
ritornello era assolutamente vero.
Si limitava a leggere intere pagine dal libro di
testo, e obbligava noi studenti a prendere appunti, perchè “scrivendo si
memorizza meglio”, diceva lui. Vero, forse, ma niente di più: mi
insospettiscono coloro che hanno un solo comandamento, in questo caso “Non
avrai altro metodo al di fuori di questo.”
Riferito a quello che ho sentito dai docenti
universitari, il ritornello era forse vero.
Sentivo aleggiare però nelle aule un sottile odore di
formaldeide, come se Platone, Kant ed Hegel fossero stati impagliati ad uso e
consumo di un sistema scolastico inappropriato e fuori tempo, oltre che per
placare la disposofobia dei docenti stessi, forse anche il bisogno di
circondarsi di cose morte per sentirsi vivi, chi lo sa, l’ossessione di voler
controllare tutto quando ormai si sentono le urla dei barbari ai confini del
regno.
Riferito a quello che è la filosofia nella sua natura
intima, decisamente falso.
Nascosta nelle pieghe della storia, è forse la trama
e l’ordito sui quali ciascuno di noi si muove, prende le proprie decisioni, per
sè e per gli altri, ed in un certo senso, a vari livelli, fa quella cosa
chiamata storia, forse con azioni sempre troppo limitate, di fronte al
disembedding di un potere lontano ma
che ha conseguenze vicine.
Ma non è di un ritornello che scriverò in questo
pezzo, bensì del glitch.
Una breve ricerca su wikipedia vi renderà e-dot.ti
sul fatto che glitch è un termine
usato in: elettrotecnica > per indicare un picco breve e improvviso in una
forma d’onda, causato da un errore non prevedibile; dai tecnici del suono >
ed indica quando le saldature di un cavo stanno per saltare; nel mondo dei
videogames > per descrivere bugs nel software che, sfruttati a proprio
vantaggio, permettono azioni che normalmente la struttura del gioco non prevederebbe
(passare a livelli successivi velocemente, ottenere punteggi incredibili,
diventare invulnerabili et similia). Dal punto di vista di Superman > la
ridotta gravità terrestre è un glitch che
gli permette di fare cose che voi umani
non potreste immaginare.
Una ricerca un po’ più approfondita in Rete vi
renderà e-dot.tissimi sul fatto che il termine glitch fu usato per la prima volta da John Glenn, nel 1962. Arruolatosi
come pilota nel Corpo dei Marines in seguito all’attacco di Pearl Harbor,
sopravvisse alla campagna delle isole Marshall e alla guerra di Corea, a
differenza di (circa) 37.000 suoi commilitoni, e venne selezionato dalla Nasa
dopo essere diventato pilota collaudatore. Fu il primo statunitense ad andare
in orbita, restandoci per 4 ore e 55 minuti. Fu proprio durante questa
missione, la Mercury-Atlas 6, che John Glenn disse, riferendosi ad alcuni
problemi all’hardware del suo veivolo
“Literally, a glitch is a spike or change in voltage
in an electrical current.”
Sul Canadian Oxford il termine glitch è inserito nella lista delle parole usate nel ventesimo secolo
di cui non si conosce l’origine; sul Random House’s American Slang, invece, la
sua etimologia viene fatta risalire alla parola tedesca glitschen e/o alla
parola yiddish gletshn (in entambi i casi, “scivolare”). Perbacco. Come ci sarà
finita sulle labbra del patriota statunitense John Glenn?
Nel gennaio 2002 il collettivo Motherboard promosse
un simposio dedicato a tutti quegli artisti che lavoravano nell’ambito del glitch, ovvero: da un malfunzionamento
tecnico, analogico oppure digitale, casuale oppure indotto (operando
direttamente sull’hardware oppure a livello di codice) traevano materiale per
le loro opere d’arte. Il glitch, in
quanto difetto, ispirava artisti
visivi, videomakers e musicisti, che ne hanno fatto un elemento estetico nelle
loro opere.
Appurato tutto questo, scendiamo nel dettaglio.
Il glitch
nelle opere d’arte multimediali, nelle immagini oppure nei video.
Ecco la ricetta.
1 - Scegliete un file .jpg di vostro gradimento. Una
vostra selfie andrà benissimo, via.
2 - Cliccate con il tasto destro del mouse sul file,
e aprite il file con un editor di testo.
3 - Vedrete una cosa “incomprensibile” simile a
questa:
Il Grillo Parlante dei corsi ECDL ci ha sempre detto
che non bisogna pasticciare i files in questo modo, perchè dopo non funzionano
più. E’ vero, ma noi siamo curiosi, creativi, insolenti, non gli diamo retta e
ci mettiamo mano, in uno o più dei seguenti modi, in ordine crescente di
creatività:
> scrivendo cose a caso
(adèfa235t798$%&/sàdioàasdf+aisjg03w88q4+q84tèf)
> scrivendo frasi di senso compiuto, poesie,
copiando citazioni dai vostri libri preferiti
> asportando parti di codice (poche lettere oppure
decine di righe)
> copiando e re-incollando intere parti di codice
(la danza del ctrl-c ctrl-v)
> aprendo un secondo file (un altro .jgp, o quello
che vi viene in mente) e innestando parti del codice di quest’ultimo nel file
.jpg che state manipolando
Quando le pulsioni della vostra vena creativa hanno
trovato soddisfazione...
4 - Chiudete il file e salvate con la stessa
estensione che aveva in precedenza .jpg
5 - Cliccate sul file per aprire l’immagine e
ammirate il risultato. Emozionati?
A volte il file è troppo corrotto, e non si vede
niente.
Altre volte non si nota alcun cambiamento apparente.
Altre ancora il risultato è un immagine affetta da
uno o più glitch.
Serve un po’ di esperienza per ottenere risultati
apprezzabili con la tecnica del glitch
indotto: quali parti di codice andare a manipolare, cosa togliere e che cosa no,
affinchè l’immagine risulti almeno
visibile. Comunque, in tutto il processo c’è una buona dose di casualità.
Ve l’avevo detto di fare una copia di sicurezza del
file originario? No?
Peccato, avrei dovuto avvisarvi. Il file originario è
perso per sempre.
C’è poco da disperarsi. Abbiamo semplicemente
accelerato un fenomeno che riguarda (non solo) la materia della Rete: per
quanto possa sembrare eterna è comunque conservata su supporti magnetici, che
sui lunghissimi tempi tendono a s-magnetizzarsi, a meno che non vengano fatte
periodiche copie; un po’ quello che fa la natura quando cerca di sopravvivere
al decadimento e alla morte, replicando se stessa.
Anche in natura, guardacaso (ma neanche troppo -caso,
visto che la Rete, effetti di composizione a parte, è un “prodotto” dall’uomo,
che è a sua volta è un “prodotto” della natura), esiste qualcosa che potremmo
chiamare glitch; tanto caro a Darwin
quando pensò bene di raccontare la storia dell’evoluzione in modo un po’
diverso da come la vedevano invece i creazionisti; tramite variazioni casuali
del patrimonio genetico e glitch le
specie si evolvono.
La discussione è ancora aperta, soprattutto negli
Stati Uniti – ehi, patria di quel John Glenn che per primo disse “glitch!” - alcuni preferiscono pensare
ad un IDD, Intervento Divino Diretto, che ci ha portati ad avere due occhi, due
mani, una bocca etc; altri che sia il risultato di una serie di mutazioni
casuali, le migliori delle quali hanno favorito certi organismi viventi; altri
riesumano Lamarck, che forse si è espresso male ma non aveva proprio tutti i
torti, considerando che il comportamento di vita dei genitori va ad influenzare
(riassumendo al limite del fraintendimento) il patrimonio genetico che verrà
trasmesso alla prole; altri ancora che ci sia un’intenzione precisa dietro a
quelle mutazioni, un’idea estetica e funzionale, e che la natura tenda al
bello.
Poi ci sono gli OGM, che in fondo sono glitch perchè
non sappiamo (oppure sappiamo ma fa comodo far finta di no) tutte le
conseguenze del loro inserimento nell’ecosistema.
Poi c’è la creatività, che forse funziona grazie ai
glitch, quando improvvisamente vedi la realtà da un punto di vista totalmente
diverso e ti chiedi come mai, che cosa sia successo.
Insomma, tutti cercano di capire se chi ha aperto il
file e ha pasticciato con il codice avesse idea di che cosa stava facendo o
meno. Insomma:
Il glitch è
quella cosa
con la quale e grazie alla quale
la vita non resta mai tale e quale
se ti va bene, il risultato è bello e funzionale
se ti va male, non sai bene chi ringraziaLe
E tu sfondi una porta aperta. E io mi chiedo, certe volte ancora, se abbiamo vissuto in Universi Paralleli quando TU avevi 15 anni e quando IO avevo 15 anni, quello che racconti ha dell'incredibile, nessuno ci potrebbe credere d'emblée, senza fidarsi un minimo di te. Leggo altrove in Rete: " Oggi è possibile ottenere l'European Computer Driving Licence (ECDL), letteralmente 'Patente europea di guida del computer'. Si tratta di un innovativo certificato, che garantisce a livello internazionale le competenze acquisite nell'utilizzo delle applicazioni standard del computer. Per ottenere la patente di guida del computer è necessario superare sette esami o test. Il primo è teorico e basato sulla comprensione dei concetti relativi alla Tecnologia dell'Informazione (dall'inglese IT, Information Technology), i rimanenti sei sono invece pratici, incentrati sulle capacità di eseguire una serie di compiti con il computer. Il corso che avrete modo di seguire, vi consentirà una rapida preparazione per l'ECDL." La cosa più bella di tutte è che domenica sera, a Pistoia dove non si sente MAI da NESSUNA PARTE, è andato letteralmente in scena un concerto di musica elettronica! Quella bella elektro la cui madre abita in Francia bella sparata a volumi altissimi dalle casse attraverso amplificatori belli potenti da tastiere Roland con synth touch pad collegati e chitarra a led rossi con touch mouse incorporato e corde semovibili per creare effetti oltre a quelli della pedaliera spaziale: "Generalmente la musica elettronica utilizza tempi semplici come il 4/4 tenendo un beat tra i 110 e i 130 bpm e tiene in considerazione l’impiego di bassi e chitarre elettriche, tastiere, drum machine, sintetizzatori e sequencer, tra cui i più usati il moog per tastiera e il guitar synth per la chitarra." Hai presente gli scandinavi Royksopp? Ecco: invece che in uno scantinato di uno stabile d'Autoricambi della Zona Industriale undergroundissimo coi graffiti primitivi alle pareti, pareva di stare a Oslo!!! Roba che non c'avrei creduto se non avessi visto coi miei stessi occhi e documentato con foto tra tablet e smartphone. " Il Grillo Parlante dei corsi ECDL ci ha sempre detto che non bisogna pasticciare i files in questo modo, perchè dopo non funzionano più. E’ vero, ma noi siamo curiosi, creativi, insolenti, non gli diamo retta e ci mettiamo mano, in uno o più dei seguenti modi, in ordine crescente di creatività:
RispondiElimina> scrivendo cose a caso (adèfa235t798$%&/sàdioàasdf+aisjg03w88q4+q84tèf)
> scrivendo frasi di senso compiuto, poesie, copiando citazioni dai vostri libri preferiti
> asportando parti di codice (poche lettere oppure decine di righe)
> copiando e re-incollando intere parti di codice (la danza del ctrl-c ctrl-v)
> aprendo un secondo file (un altro .jgp, o quello che vi viene in mente) e innestando parti del codice di quest’ultimo nel file .jpg che state manipolando". SCHIACCIA PURE IL GRILLO PARLANTE COL MARTELLO DI GEPPETTO, CE NE FAREMO UNA RAGIONE :D