L’uomo vive forse in due tempi diversi, in due fiumi con due diverse correnti. La prima, è la corrente naturale, con il suo ciclo circadiano, il sorgere e il tramontare del sole, l’alternarsi delle stagioni, la nascita e l’invecchiamento. L’altra corrente è più irregolare e tumultuosa, ed è quella dei pensieri, dei desideri, dei ricordi, del tornare indientro e dell’andare avanti con la mente in tempi che sono stati oppure che potrebbero essere. Una corrente procede regolare e maestosa, coinvolgendo tutto l’universo in una danza elegante e travolgente. L’altra corrente tende all’infinito, agli spostamenti laterali oltre che avanti ed indietro, vuole liberarsi delle regole che fanno sì che l’ossigeno che ci permette di vivere sia anche il responsabile della nostra quotidiana ossidazione degenerativa. Forse tutta l’arte e la poesia dell’umanità derivano dal contatto tra queste due correnti, da come possano adeguarsi l’una all’altra oppure ostacolarsi per prevalere. Oppure, non esistono affatto due correnti, ma solo una, che contiene entrambi i movimenti, e trae la sua bellezza proprio da questa contrapposizione di opposte tendenze.
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