lunedì 19 agosto 2013

Che cosa è meglio


Che un evento passato traumatico, come ci dice la psicologia, possa influenzare così tanto il nostro presente da stabilire, in modo quasi statistico, come andrà a finire il nostro futuro, mi ha sempre lasciato pensieroso. Sarà vero, ma forse non sarà solo quello. E se è vero, dev’esserlo per ogni esperienza vissuta, che va a formare la base su cui si appoggia la nostra esperienza, e il nostro io. Oppure, potrebbe esserci una soglia di “importanza” sotto alla quale un’esperienza vissuta non è rappresentativa per indirizzare il nostro agire, più o meno consciamente, e sopra la quale diventa “trauma”, oppure “importante” se positiva, tale da farci diventare individui quali siamo. Allora che cosa posso fare per diventare quello che vorrei: trovarmi occasioni in cui io possa sperimentare esperienze “importanti”. Tolto il fatto che si possa sapere che cosa è meglio per se stessi e che cosa no, tolto il fattore ambientale che ci rende coartati oppure liberi di esprimerci, alla fin fine tutto questo si riduce ad un: voglio diventare ciò che voglio. Voglio volere quello che voglio veramente. Per questo, sdraiarmi sul lettino di uno psicologo mi spaventerebbe molto. Non dubito della sua professionalità. Ma: un uomo che “destina” un altro uomo. (Ndr: già pregusto i commenti)



3 commenti:

  1. La biografia di questa artista è una risposta molto diretta e risolutiva all'interrogativo che ti poni qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=-784OPlEWYU

    RispondiElimina
  2. "Il mondo quantico nella sua intima natura mostra che il grande disegno che regola l'universo nella sua totalità è in realtà una danza infinita, in cui tutte le particelle che costituiscono la materia stessa sono tra loro sincronizzate e armonizzate in un continuum che va ben al di là del tempo e dello spazio. La matrice della nostra realtà è spirituale, mentre la nostra realtà è anche come noi possiamo e vogliamo crearla, dal momento che proprio gli eventi sincronii sembrano ricordarci che noi non siamo passivi osservatori di un freddo universo a orologeria, ma anche attori della creazione. La nostra psiche è quel mezzo che ci permette a ogni momento di ricordare chi siamo e di cosa siamo parte, e per uno strano meccanismo essa sembra coincidere con la materia nelle forme più elementari come le rileviamo nel mondo dei quanti. [...] [il] grande psicologo analitico svizzero Carl Gustav Jung e [il] grande fisico quantistico austriaco Wolfgang Pauli [...] unirono il loro sapere per poi maturare la convinzione che la sincronicità è un fenomeno che unisce la psiche alla materia, ma soprattutto che essa è l'elemento che dimostra che l'universo, composto di questa dualità, non si esplica a caso, ma è strutturato per la Vita e per la consapevolezza."

    dall'Introduzione a Sincronicità di Massimo Teodorani, Macro Edizioni

    RispondiElimina
  3. SI CONSIDERINO I COMMENTI SOPRA *CANCELLATI* DALL'UTENTE SONIA LUNA.

    RispondiElimina