lunedì 31 marzo 2014

Damnatio memoriae – idee sparse


Damnatio memoriae – idee sparse
ovvero sul tradurlo erroneamente in: “la dannazione della memoria”
e (pur travisando) non sbagliare poi di molto.

0 - La memoria storica, ed i problemi che porta con sè: raccontare con parole (inadeguate) qualcosa a qualcuno, perchè ne abbia memoria, cioè abbia memoria di una cosa che non ha vissuto in prima persona.

1 - Da bambino ho ingoiato una gomma come questa:



non ricordo esattamente la dinamica dell’episodio, ma: se nessun gesto è casuale, uno psicologo potrebbe chiedersi che cosa volevo cancellare dentro di me.

2 - La memoria del pesce rosso dura circa 3 secondi. Però, di fronte ad uno stimolo ripetuto un certo numero di volte (ad esempio la vista della scatoletta di cibo), il pesce rosso sviluppa un istinto che lo porta a successive reazioni adeguate. Non si avvicina alla vostra mano per affetto, no. A meno che non vogliamo pensare che istinto e affetto possano coincidere.

3 - La memoria umana (per quello che al momento si sa) tende - tra le altre cose - a sovrapporre eventi simili, e a ricordare invece più facilmente eventi dissimili. Più facile avere memoria di un incidente, oppure di una bella sorpresa, piuttosto che di ciò che si è mangiato ieri.

4 - C’è un videomaker, di cui non ricordo il nome (il dvd del quale ho prestato tempo fa ad un’amica che si è poi dimenticata di restituirmelo), che per un arco di tempo incredibilimente lungo, con molta costanza, ha filmato spezzoni della sua vita, dall’adolescenza fino ai quarant’anni (circa, credo). Eventi quotidiani; eppure con un obbiettivo puntato ferocemente sull’esistenza quale essa è, nuda e senza didascalie oppure tentativi di spiegare i perchè. Ricordo in particolare: il mattino del suo risveglio nel letto del suo fidanzato, e la telefonata con la quale lo avvisavano dell’aggravamento della madre ricoverata in un ospedale psichiatrico.

5 - Libri da leggere, perchè sarebbe troppo lungo da spiegare qui (e mi sfuggono dettagi importanti, la mia sarebbe solo, seppure appassionata, un’approssimazione), anche a proposito della memoria: “La singolarità è vicina” di Ray Kurzweil (credo che si siano ispirati largamente a questo libro, per l’ultimo film con Johnny Depp, mi sfugge il titolo) e “Anelli dell’io” di Douglas Hofstadter, un testo scientifico non privo di grande poesia ed umanità.

6 - Quando ero ragazzo per fare un videogioco bastava una manciata di kb su un floppy disk. Oggi si parla di gigabite. Una frase simile a quella precedente è stata scelta e riportata sul catalogo di una delle mostre dedicate alla Game Art, organizzata da Debora Ferrari, ma non ricordo esattamente il titolo del catalogo.

7 - Anche se non è propriamente così, mi piace accostare l’idea della memoria “dislocata altrove” (vedo Cloud vari) all’idea di Akasha, la banca dati universale che contiene non solo la memoria del mondo (e dei singoli individui) ma anche, in qualche modo, quella futura (secondo alcune intepretazioni dell’induismo). E ciascuno di noi attinge all’Akasha, alla sua parte di memoria individuale, anche se – alle volte – perde la frequenza giusta e si collega a ricordi di cose passate oppure future non proprie.

8 - C’è questo sistema formidabile, in Rete, per inviare mail che si autodistruggono. Si scrive il messaggio in un apposito riquadro, si copia il link e si inserisce nella mail che si vuole mandare; e il destinatario potrà leggere una volta sola il messaggio digitato. Ad una seconda visita al link il messaggio non compare più. Credo che lo userò per una performance.


9 - Lista: l’ossessione degli antichi per la sopravvivenza attraverso il ricordo negli altri; il loro terrore per la morte in mare, senza sepoltura; il cannibalismo rituale come forma di sopravvivenza di una parte di sè negli altri membri della propria tribù; gli aedi e le storie orali, di generazione in generazione; la Biblioteca di Alessandria che brucia; i falsi ricordi (cause organiche oppure psicologiche), per camuffare un trauma (quelli degli abducted dagli alieni?) oppure le cose che crediamo di ricordare ma eravamo troppo piccoli per ricordarle davvero.

10 - Premesso che è molto difficile decidere quanta sofferenza è utile per evolversi ed uscire dalla propria area di comfort, e quanta invece è inutile e dannosa e quindi da fuggire: sarebbe interessante mettere in relazione questo aspetto con quello che spiega perchè la mente ricorda oppure no, e quanto sia utile o meno all’esistenza (muovendosi tra, e tenendosi alla larga dai due opposti, cioè ricordare tutto e non ricordare nulla).

11 - Quando spostiamo un file nel cestino e lo svuotiamo, non abbiamo realmente cancellato il file (questo ormai lo sanno quasi tutti, eppure la polizia scientifica continua ad inchiodare criminali alle loro responsabilità con questo trucchetto). In realtà il file è ancora lì, semplicemente abbiamo detto al nostro pc o mac: scrivici pure sopra, questo non mi interessa più. Per questa ragione, se il pc o il mac non ha ancora riscritto un altro file sulla stessa parte di disco rigido dove è conservato il file cancellato, è possibile recuperarlo facilmente. Viceversa, esistono in Rete programmi (sia gratuiti che a pagamento) che provvedono a scrivere e riscrivere, sullo stesso file da cancellare, molte volte files fittizi; così che non sia possibile recuperare il file originale. Il termine palinsesto ha a che fare con questa cosa: si grattava la pergamena (che costava cara) per poterci scrivere di nuovo sopra.

12 - La “damnatio memoriae” era la pratica con la quale, nel diritto romano, si procedeva alla distruzione di ogni traccia dell’esistenza di una persona: raffigurazioni nei dipinti, statue che la ritraevano, testi che ne raccontavano la vita, oggetti personali. Era una pena inflitta per reati molto gravi, a nemici della patria come ad imperatori spodestati per comportamenti empi. Tuttavia, bisognerebbe rivalutare certe figure del passato, dal momento che la storia, così come noi oggi la leggiamo, la scrivevano solo coloro che potevano permetterselo, e fare in modo che la loro testimonianza rimanesse nel tempo. Per esempio, se ai senatori un certo imperatore non andava a genio, non ci voleva poi molto che lo dipingessero per le generazioni future come un pazzo scriteriato. E’ un po’ il discorso che la storia la fanno i vincitori. Oppure, chi ha le televisioni.

13 - (senza titolo)




14 - Si considerino tutti i punti di cui sopra come mai scritti. Si consideri come mai scritta la frase precedente. Anche la frase precedente. Anche la frase precedente...

15 - ...otteniamo così un particolare tipo di buco nero, un BNR ovvero un Buco Nero Ricorsivo, che infinite volte ingoia se stesso senza mai digerirsi; e mostra a chi sta al di fuori (e ben lontano, se ha cara la vita) dall’orizzonte dei suoi eventi (termine mutuato dal gergo della fisica) soltanto l’atto del cancellarsi infinite volte, e paradossalmente palesando proprio ciò che cerca di nascondere ed eliminare. E nulla più.



2 commenti:

  1. Manca solo una considerazione, a mio avviso: quella sulla differenza tra "mai scritto" (queste parole non sono mai state scritte qui, non sono mai esistite) e "cancellato" (queste parole sono state scritte qui, sono esistite un'ora, un giorno, una settimana fa, ma oggi chi le ha scritte pensa che non debbano più stare qua, forse perché hanno perduto il loro senso originario: vero è che se blogspot avesse previsto il tasto CANCELLA, l'operazione sarebbe risultata assai meno teatrale ma più efficace, e non avrebbe generato probabilmente cotanto spargimento di idee che hanno finito per autodigerirsi nella mente di chi le ha pensate! Lol)

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  2. Bèstie sociài

    18 aprile 2014 alle ore 10.58

    L'ato de nàssita, el sertificato

    de a nostra identità de "omo sàpiens"

    pararìa pròpio che 'l fusse no 'l fogo

    (che za 'l gaveva comunque parmesso

    che cressesse un fià mèjo el star insieme),

    ma quéa che incora ne fa sentir ìberi

    e ne batisa ogni volta che a femo,

    ne quaìfica pròpio come spècie:

    so drìo parlar del ritual de l'arte,

    sti quatro sgarabìssi in fondo e grote

    come basìiche de a Dea natura -

    ste coeanine, stàtue, strafantessi

    che anca ai dì nostri se continua far;

    pa no parlar del canto co a paròea

    che, finamente che no i ga inventà

    a scritura, a restava vose in récia

    e a passava cussì - de vita in vita.

    [Animali sociali \\ L'atto di nascita, il certificato \ d'identità di noi "homo sapiens" \ parrebbe proprio fosse non il fuoco \ (che aveva già comunque consentito \ lo sviluppo di un nuovo stare assieme), \ ma quella
    che ancor oggi rende liberi \ e ogni volta nel farla ci battezza - \ ci specifica proprio come specie: \ mi riferisco all'arte ed ai suoi riti, \ i pittogrammi in fondo alle caverne \ come basiliche di Dio-natura - \ le collanine e statue ed ornamenti \ che ancora ai nostri giorni si producono; \ per non dire del canto con parole \ che, fino a quando non venne scoperta \ la scrittura, restò voce all'orecchio \ per passare così - di vita in vita.]


    Ulisse Fiòlo

    (13/02/2010)

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