sabato 27 luglio 2013

Geometrie impreviste


L’architettura è rivelatrice di quello che l’umanità è diventata. Si dice che la casa sia il nostro corpo inorganico. Per estensione, le città che abitiamo dovrebbero dunque essere l’immagine precisa di quello che è il nostro vivere sociale: rappresentano come ci incontriamo, come ci spostiamo, come spendiamo il nostro tempo, quali significati diamo alle nostre azioni, che cosa è più importante e che cosa no. Troppi supermercati, e pochi luoghi di cultura. Troppi spostamenti, e pochi luoghi dove poter stare fermi (per lo meno senza dover pagare, perchè il mio stare fermo in un luogo è spesso subordinato ad un’interazione commerciale: il bar dove trovo un tavolo per leggere e scrivere vuole che consumi). D’inverno, se non ho un soldo in tasca, non posso certo stare un pomeriggio interno al parco a leggere, scrivere, creare, da solo oppure in compagnia di amici. Su tutte queste nostre costruzioni architettoniche che rivelano di noi stessi e delle tragedie della nostra civiltà, molto più di quello che pensiamo, il movimento del sole, oppure la pioggia, il vento, la neve. La luce sorge e tramonta ogni giorno e con essa le geometrie impreviste che crea tra i palazzi.



2 commenti:

  1. Mi diventerai mica una poeta? Eheheh... Leggo effettivamente un accenno di prosa poetica in queste righe - anche se giustapponi un po' troppe questioni tutte insieme, le affastelli una sopra l'altra, e bisogna fare qualche salto col pensiero per mettere a fuoco tutto e cògliere le sottili interconnessioni. Per l'inverno, gli uomini hanno costruito negli ultimi decenni meravigliose biblioteche a scaffali aperti, con ampi spazi abbastanza intimi e nello stesso tempo sociali dove scrivere, leggere, pensare: per esempio, la bellissima Biblioteca San Giorgio di Pistoia, di concezione nord-europea, attrezzata con divani, poltrone ergonomiche, pouf che rendono lo spazio assolutamente confortevole, per non parlare delle vetrate e dei lucernari che filtrano la luce e le sue sfumature a ogni ora del giorno o permettono di godere della visione della pioggia o della neve invernali o di percepire il vento dal movimento e dalla piegatura degli alberi sapientemente piantati nel giardino circostante l'edificio. I luoghi vanno cercati e scoperti, e così interiorizzati, affinché fruttifichino nella nostra "casa interiore", che è il corpo, che è la mente.

    RispondiElimina
  2. ecco, e proprio oggi è uscita quest'intervista su Artribune: http://www.artribune.com/2013/07/il-senso-dellarchitettura-per-il-proprio-tempo-intervista-a-nicola-di-battista/ :)

    RispondiElimina